Come funziona la cassa Forense?
Come funziona la cassa Forense?
guida alle 7 differenti pensioni previste per gli avvocati
Quali sono le pensioni che può percepire un avvocato? quando maturano? Quali sono gli importi? Come si Calcolano?
Per rispondere a queste domande il Testo Unico della Previdenza Forense entrato in vigore il 1° gennaio 2021, con 88 articoli spalmati in 81 pagine, abroga tutti i precedenti regolamenti e introduce ulteriori novità. Sei proprio sicuro di volerli leggere tutti?
Ne ho fatto una sintesi, evidenziando le prestazioni previste, i contributi e le anzianità necessarie per averne diritto.
Caro Avvocato, dopo tanti anni di studio, praticantato, la tanto agognata abilitazione e conseguente iscrizione all’Albo, ti arriva una bella lettera di benvenuto dalla Cassa Forense e già sudi freddo perché sai da quel momento inizierai a versarci i contributi. Cercherò nelle prossime righe di descrivere al meglio il funzionamento della tua cassa di previdenza, iniziando dalle prestazioni.
Quali pensioni prevede la Cassa Forense?
Ti do una buona notizia; la cassa di previdenza e assistenza prevede ben 7 tipi differenti di pensione, alcune maturano quasi da subito, altre solo dopo molti anni. Vediamo quali sono:
- Inabilità – Riconosciuta con almeno 5 anni di contribuzione in caso di invalidità al 100% e conseguente cancellazione dagli albi forensi
- Invalidità – Riconosciuta con almeno 5 anni di contribuzione in caso di invalidità superiore al 66% anche in caso di prosecuzione della professione
- Indiretta ai Superstiti – Riconosciuta al coniuge ed ai soli figli a carico, in caso di morte dell’avvocato non ancora pensionato e con almeno 10 anni di contribuzione.
- Vecchiaia Ordinaria – dal 2021 verrà riconosciuta al compimento dei 70 anni con almeno 35 anni di iscrizione e contribuzione alla Cassa, prevede la possibilità di essere anticipata a partire dai 65 anni ma con una importante decurtazione della stessa.
- Vecchiaia Contributiva – si tratta di un caso particolare che si verifica qualora a 70 anni pur avendo maturato almeno 5 anni di iscrizione alla cassa, non siano maturati ancora i 35 anni previsti per la pensione di Vecchiaia Ordinaria
- Anzianità – viene riconosciuta a coloro che hanno maturato 40 anni di iscrizione alla cassa con almeno 62 anni di età, purché rinuncino definitivamente all’esercizio della professione.
- Modulare Contributiva – riconosciuta all’avvocato che durante la carriera abbia versato contributi volontari allo scopo di integrare la sua pensione di vecchiaia o di anzianità.
Con quali fondi vengono alimentate le pensioni degli avvocati?
Al fine di raccogliere e disporre delle risorse finanziarie necessarie a poter erogare le pensioni appena viste, garantendo una sostenibilità dei bilanci per i successivi 50 anni, la cassa forense in seguito alla riforma del 2012 ha previsto 4 tipologie differenti che gli iscritti versano ogni anno.
- Soggettivo – calcolato in forma percentuale sul reddito professionale netto; per il 2021 è pari al 15% e non può essere inferiore ad € 2.890 tranne alcune eccezioni. In caso di iscrizione prima dei 35 anni e per i successivi 6 anni viene ridotto al 50% con possibile ulteriore riduzione del 50% se il reddito non supera i 10.300€
- Integrativo – pari al 4% del volume d’affari ai fini IVA. Non è dovuto per i primi 5 anni di iscrizione alla Cassa e nei successivi 4 anni viene ridotto al 50% se l’iscrizione è avvenuta prima dei 35 anni.
- Maternità – serve a finanziare la corrispondente indennità e per il 2021 è stato fissato in 95,39€
- Modulare – è l’unico facoltativo. A scelta dell’avvocato può variare tra l’1 ed il 10% del reddito professionale netto e serve per costituire una rendita integrativa a quella di base
Come si calcola l’ammontare delle pensioni?
Tutte le prestazioni, ad esclusione della Pensione Modulare contributiva, sono calcolate attraverso il sistema detto Reddituale.
Con questo metodo, l’ammontare viene definito moltiplicando il reddito medio netto che si è percepito durante tutta l’attività professionale per il numero di anni in cui si è stati iscritti alla Cassa, moltiplicato un coefficiente di rivalutazione percentuale, che attualmente è pari all’1,4%
La Pensione Modulare contributiva invece è calcolata con il metodo Contributivo, dove gli elementi che vengono presi in considerazione sono il Montante contributivo (costituito dai contributi versati rivalutati annualmente secondo un certo tasso di interesse) effettivamente accantonato e l’età alla quale si richiede. L’importo annuale della pensione è determinato moltiplicando il Montante per il coefficiente di trasformazione che varia in funzione dell’età del richiedente.
A quanto ammontano le pensioni?
La risposta a questa domanda non è generalizzabile. Le variabili che intervengono nel calcolo delle pensioni erogate dalla cassa, sono diverse e ogni specifica situazione personale può determinare importi differenti. Diversi infatti sono gli sviluppi del reddito o l’impatto sulla singola posizione delle riforme che si sono succedute nel tempo. E’ per questo motivo che una valutazione accurata della propria posizione previdenziale andrebbe fatta senza indugio attraverso una consulenza personalizzata.
Conosci già la tua posizione previdenziale? Per ottenere un’analisi personalizzata e approfondita, scrivimi pure!