Avvocati, varata la riforma di Cassa Forense
Avvocati, varata la riforma di Cassa Forense
Le proiezioni sulla sostenibilità di lungo periodo non lasciano scelta
Attualmente Cassa Forense, per il calcolo delle pensioni da erogare, prevede un sistema c.d. reddituale che si basa sul reddito medio ottenuto durante tutta la carriera professionale, moltiplicato per il numero di anni di effettiva contribuzione e per un coefficiente di rivalutazione, che negli anni si è progressivamente ridotto sino all’attuale 1,4%
per approfondire leggi anche Come funziona la cassa Forense?
Ogni anno viene poi redatto un documento di sostenibilità di lungo periodo con lo scopo di prevedere i futuri scenari economici e demografici, valutarne gli impatti sui conti della Cassa e testare la tenuta dei prossimi bilanci.
Proprio in occasione di quest’ultimo, il 3 novembre, è stato deliberato dal comitato dei delegati un cambio epocale nel regolamento di Cassa Forense a partire dal 2024. Per il calcolo di tutte le prestazioni si passerà al sistema di calcolo contributivo, basato sui contributi effettivamente versati durante la carriera professionale, conservando il sistema attuale solo a coloro che potranno vantare almeno 18 anni di anzianità contributiva a fine 2023.
Per garantire la sostenibilità dei futuri bilanci, saranno rivisti il contributo soggettivo minimo, le aliquote di versamento in percentuale sia degli attuali iscritti che dei pensionati che continuano ad esercitare la professione ed anche il limite massimo di versamento per il contributo modulare.
Inoltre, al fine di sostenere il saldo negativo tra gli iscritti registrato nel 2021, il nuovo regolamento prevede alcune agevolazioni per i neo avvocati nei primi anni di iscrizione alla cassa.
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